Salute

La disabilità è un vero e proprio tabù in certe zone dell’Africa e porta con sé un’eredità di pregiudizi e superstizioni: la maggior parte della popolazione crede ancora oggi che un bambino con una disabilità sia segno di maledizione. Per questa ragione, i bambini vengono discriminati, rinchiusi nelle case o addirittura abbandonati dai genitori perché ritenuti un inutile peso. In alcuni casi, invece, sono i padri ad allontanarsi dalla famiglia, lasciando le madri sole ad accudire e mantenere i figli.

Il Centro Urugwiro, che in lingua locale significa tenerezza, è un centro diurno, aperto dal lunedì al venerdì, che accoglie bambini, adolescenti e adulti con diverse tipologie di disabilità, assicurando loro cure e assistenza adeguate, nel tentativo di favorire la loro integrazione nella società ruandese. Al suo interno, si svolgono attività di accoglienza e animazione, giochi e sport, musicoterapia, fisioterapia e alfabetizzazione, ma anche attività manuali come giardinaggio, falegnameria, saldatura, sartoria, agricoltura e allevamento. Inoltre, vengono effettuate visite a domicilio per chi non ha la possibilità di arrivare al centro.

Situato a Nkanka, zona rurale al confine con il Congo, e coordinato dal 2007 da una missionaria laica italiana, il centro è oggi un punto di riferimento per molte famiglie della zona, dove la percentuale di bambini diversamente abili è molto alta e i centri attenti ai bisogni speciali sono esclusivamente privati, con rette insostenibili per le famiglie. A questo proposito, il centro Urugwiro richiede esclusivamente un’iscrizione annuale simbolica che, nel 2023, era di 6 euro annui; fornisce a ciascun utente materiale scolastico, uniformi e prodotti per l’igiene personale; e garantisce a tutti due pasti al giorno, al fine di offrire un’alimentazione bilanciata che sia di supporto al percorso di crescita di ciascun utente.

L’AMICIZIA CON FONDAZIONE PRO.SA

Dal 2019, grazie all’incontro con Fondazione PRO.SA, sono stati realizzati numerosi progetti per il miglioramento e lo sviluppo sostenibile del centro che può contare su un aiuto a 360° delle sue attività, dal supporto ai programmi nutrizionali al pagamento dei salari degli operatori. È stato così anche durante l’emergenza Covid, periodo in cui l’intervento di PRO.SA è stato cruciale per permettere l’apertura del centro in pieno lock-down e affrontarne le conseguenze a pandemia finita.

PASSO DOPO PASSO

Il servizio di fisioterapia è stato inserito solo dal 2014 per rispondere all’alta percentuale di disabili fisici nella zona, quindi  garantire l’accesso ai servizi sanitari di base alle famiglie vulnerabili con figli affetti da anomalie o deformazioni podaliche e degli arti inferiori. Con questo primo progetto, Fondazione PRO.SA ha sostenuto l’ampliamento della sala di fisioterapia e l’allestimento di una sala d’attesa confortevole per le famiglie che aspettano il proprio turno, dove ogni mattina viene offerta la colazione ai bambini, che nel frattempo hanno a disposizione giochi per distrarsi e fare esercizio riabilitativo. Inoltre ha provveduto all’acquisto di ortesi, apparecchi correttivi esterni molto costosi, deambulatori e altre attrezzature mediche necessarie per curare i bambini e aiutarli a camminare.

ACQUA SORGENTE DI VITA

La mancanza di acqua continua ad essere un problema in molte zone dell’Africa. In questo caso, Fondazione PRO.SA si è impegnata nell’installazione di 3 cisterne per la raccolta di acqua piovana da 10mila litri ciascuna, in modo tale che il centro abbia a disposizione acqua a sufficienza anche per il periodo estivo.

Su segnalazione della coordinatrice, un intervento identico è stato realizzato anche in due scuole adiacenti al centro: 6 cisterne da 5mila litri sono state donate alla scuola Saint Thérèse, frequentata da 1.034 alunni e 40 insegnanti, mentre alla scuola di St. Bonaventure, dove sono iscritti 2.565 alunni e lavorano 61 insegnanti,  sono state cosegnate 4 cisterne di cui due da 5mila litri e due da 10mila. Un intervento necessario per evitare che gli alunni perdessero ore di lezione per recarsi al lago a recuperare l’acqua.

ARTIGIANI DELL’INCLUSIONE

Un’importante novità ha riguardato gli atelier professionali di sartoria e falegnameria. Attive dal 2010, le due officine vedono coinvolti in prima linea giovani e adolescenti diversamente abili dai 17 ai 35 anni che, dopo un periodo di formazione proseguono in questa attività percependo un riconoscimento economico da parte del centro. Nel 2024 PRO.SA ha sostenuto l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzi per la falegnameria, macchine da cucire e da ricamo a sostituzione di quelli ormai obsoleti. L’obiettivo è quello di innescare un circolo virtuoso sostenibile in cui, attraverso una produzione più rapida e di qualità, il centro si renda economicamente indipendente nella gestione di alcune delle sue attività, vedi il traporto in mototaxi di alcuni utenti da casa al centro, la realizzazione di uniformi di ricambio per i bambini, la costruzione di sedie e tavoli in legno e molto altro ancora.