Educazione
La crisi siriana ha avuto inizio il 15 marzo 2011. A quella data sono seguiti 10 anni di guerra che hanno martoriato il Paese con gravi ripercussioni psicologiche, economiche e sociali sull’intera popolazione. Tante famiglie sfollate o al di sotto della soglia di povertà sono state costrette a spostarsi lontano dal centro-città, ritrovandosi isolate e quasi mai raggiunte da aiuti umanitari.
La massiccia migrazione verso quartieri più sicuri ha provocato il sovraffollamento delle scuole e delle classi e dunque, una drastica riduzione della qualità dell’istruzione e dell’apprendimento. La fornitura di servizi educativi in Siria, infatti, è fortemente limitata. Secondo l’AICS, più di un terzo dei minori siriani ha lasciato la scuola e 1,3 milioni sono a rischio abbandono, mentre 5,8 milioni di bambini in età scolare hanno bisogno di assistenza e oltre un milione frequentano le scuole a doppio turno. Sono invece 140.000 i membri del personale scolastico che hanno abbandonato il sistema scolastico.
Al Centro doposcuola “Generation of Hope” di Homs, dove Fondazione PRO.SA si sta impegnando per garantire il diritto allo studio ai bambini più colpiti dalla guerra, coprendo i salari degli insegnanti per due anni scolastici, il numero di iscrizioni per l’a.a. 2020/2021 è stato inaspettatamente alto. I genitori sono stati trovati in fila, davanti alla porta del Centro, molte ore prima dell’orario stabilito per l’inizio della registrazione dei propri figli, che è avvenuta all’aperto nel rispetto delle normative anti-covid.
Dopo la registrazione sono state composte classi da 15 bambini e per tutta la squadra di educatori sono stati organizzati una serie di corsi di formazione forniti dagli specialisti del doposcuola. In questi due mesi dall’inizio del progetto, tutti gli insegnanti del centro di Homs hanno partecipato ad una formazione di due giorni sull’apprendimento attivo e una di loro è stata formata e assistita da un logopedista nella gestione degli studenti con difficoltà di apprendimento.
Nei primi giorni di lezione in tutte le classi è stato notato il grande divario tra i bambini, in termini di istruzione e di disciplina, problematica emersa a causa dell’interruzione della scuola per quasi un semestre nell’ultimo anno. Per compensare le lacune dell’anno precedente le insegnanti inizialmente si sono organizzate in modo da riuscire a lavorare singolarmente con i ragazzi, determinando il livello di ogni studente e fornendo l’assistenza necessaria. Questa valutazione iniziale, se pur impegnativa per gli insegnanti, ha permesso di individuare i bambini che necessitano di supporto psicologico e quelli con difficoltà di apprendimento o di linguaggio. Ad esempio è emerso che 23 bambini all’interno del Centro e 11 esterni al Centro sono affetti da difficoltà di linguaggio.
Dopo due mesi di lavoro, gli insegnanti, il direttore del centro e il team di supporto psicologico hanno constatato un notevole miglioramento a livello scolastico, psicologico e comportamentale dei bambini in generale.
In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, con la partecipazione degli insegnanti, è stata organizzata una giornata di dialogato con i bambini e i ragazzi per conoscere ed approfondire i diritti del bambino. Nello specifico, in risposta a un bisogno sociale e ai desideri dei genitori, il Team di supporto psicologico del Generation Hope Center, ha condotto una attività di sensibilizzazione per i bambini e i ragazzi sul tema delle molestie e abusi, su come proteggersi in caso di molestie sessuali, assicurando ai bambini qualsiasi tipo di aiuto di cui possono aver bisogno.
Le attività, organizzate in base alle caratteristiche della fascia d’età, hanno suscitato grande interazione da parte dei bambini.
Il Centro Generation of Hope nella “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” (25 novembre) ha organizzato un convegno di sensibilizzazione per le donne sulla violenza di genere a cui hanno partecipato circa 36 donne e durante il quale è stato ribadito il supporto del Centro per tutte le donne.
Il Covid-19 è solo l’ennesima sfida che questo paese si trova a dover affrontare. Purtroppo mancano le condizioni minime per poter affrontare l’emergenza sanitaria e, nel caso i contagi si diffondessero ulteriormente, il disastro sarebbe inevitabile. Attualmente sono state riprese le normali attività ma si è sempre allerta.