EMERGENZA COVID-19
Il Covid non ha risparmiato nemmeno il Nepal, dove il governo ha imposto un secondo lockdown a fine agosto, in seguito al continuo aumento dei contagi che superano ormai i 35mila.
La quarantena e le misure di sicurezza suggerite dall’OMS stanno avendo conseguenze terribili dal punto di vista economico sulle famiglie più povere della società, in particolare sui soggetti più vulnerabili quali donne e anziani.
Le donne incinte, le madri nella fase dell’allattamento e le donne mestruate, oltre a non poter godere della propria privacy, non hanno accesso ai servizi di assistenza alla maternità e nemmeno all’igiene e alla cura personale, fondamentale soprattutto nel periodo mestruale, perché non hanno sufficienti scorte di assorbenti che, nel bel mezzo della pandemia, non sono considerati beni di prima necessità. Questa condizione è ancora più vera per le donne che lavorano nel settore sanitario che, ostacolate dai dispositivi di protezione individuale, non hanno la possibilità di cambiare frequentemente e rapidamente l’assorbente, trovandosi a doverlo indossare per più ore di quelle consigliate o a dover ingerire pillole per bloccare il mestruo.
La pandemia ha ridotto al minimo anche l’accesso ai mercati e ha bloccato tutti i servizi domiciliari attivati dal governo per le donne incinte, le neomamme e i neonati che hanno bisogno di vitamine e micronutrienti specifici, minacciando la loro salute ed esponendoli al rischio di malnutrizione.
Al fine di promuovere e tutelare la dignità e la salute della donna, attraverso la Fondazione Radha Paudel, Fondazione PRO.SA ha agito su due fronti: uno di aiuto concreto – sostenendo la distribuzione di kit sanitari, contenenti assorbenti e coppette mestruali, per le donne in isolamento o che lavorano in prima linea e la distribuzione di alimenti terapeutici per le mamme e i loro bambini – e uno di sensibilizzazione. Fondazione PRO.SA ha contribuito alla diffusione di spot radiofonici e brochure informative relative al ciclo mestruale e all’igiene riproduttiva, ma anche al covid e ai comportamenti da adottare per prevenirne il contagio.
Un’altra fascia a rischio è quella degli anziani che, a causa del distanziamento sociale, stanno subendo un forte decadimento psicofisico. L’impresa sociale Bihani, nata allo scopo di aiutare gli adulti e gli anziani a reinventarsi e a reintegrarsi nella società partendo dalla loro preziosa esperienza, ha dato perciò vita al progetto “Rughe e sorrisi”.
Un progetto unico, rivolto a ben 367 anziani ospiti nelle case di cura, soli o detenuti, il cui obiettivo è quello di assicurarsi che nessuno di loro venga mai messo da parte, abusato o soffra la solitudine e la fame a causa del distanziamento e dell’isolamento, benché necessari per combattere il virus.
Le attività principali su cui si basa il progetto sono l’inclusione digitale, che consiste nel fornire agli anziani le competenze e gli strumenti necessari per poter interagire con i parenti, i coetanei e la società, condividendo le proprie esperienze attraverso i social network e le piattaforme online; il contatto e la comunicazione regolare con gli anziani affinché non si sentano abbandonati, che prevede anche un supporto psicosociale, offerto da un team di esperti, per gli anziani e per coloro che se ne prendono cura e, infine, l’aiuto reciproco tra le organizzazioni che collaborano con Bihani per poter raggiungere tutti gli anziani fornendo loro cibo, medicinali, cure e tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere dignitosamente.
Fondazione PRO.SA, da sempre al fianco dei più vulnerabili, ha sostenuto le spese per la distribuzione di pacchi alimentari e kit sanitari per i detenuti e gli anziani che vivono soli, l’acquisto di cibo, medicinali, saponi e igienizzanti per i pazienti delle case di cura e ha coperto gli stipendi del personale sanitario che si occupa di loro.