Salute
L’Ospedale Redemptoris Mater sorge sulla piana di Ashotsk a 2.000 metri di altitudine. È stato costruito dalla Caritas Italiana nel 1991 e donato da Papa Giovanni Paolo II al popolo armeno. La gestione dell’ospedale è stata affidata, sin dagli inizi, ai religiosi camilliani. Con una disponibilità di 100 posti letto, esso è al centro di un sistema sanitario che copre 22 villaggi con ambulatori collegati all’ospedale. La popolazione del distretto sanitario è di circa 15.000 persone. All’ospedale giungono pazienti anche dalla vicina Georgia e da ogni parte dell’Armenia. Nell’ospedale ci sono quattro reparti: medicina, chirurgia, maternità e pediatria. Un pediatra è assunto solo per fare servizio nei villaggi. Durante i primi anni, diversi medici italiani si sono recati all’Ospedale Redemptoris Mater per tenere corsi di aggiornamento al personale sanitario che vi lavorava.
Il sistema sanitario nazionale armeno, essendo a pagamento, prevede che in media il 61 % delle spese mediche sia a carico dell’ammalato e chi non può pagare resta escluso dalle cure. Due terzi della popolazione non ha coperture per il ricovero e non ci sono agevolazioni per l’acquisto di farmaci ad eccezione di quelli per la cura di tubercolosi, malaria e HIV / AIDS. Questo, spesso, rende la medicina essenziale inaccessibile per un ampio settore della popolazione, bloccando il trattamento e causando l’esacerbazione di problemi di salute altrimenti gestibili.
Fintanto che i pagamenti diretti resteranno ad alto livello, l’assistenza sanitaria continuerà a essere inaccessibile per alcuni settori della popolazione, causando disuguaglianze e approfondendo ulteriormente l’ingiustizia sociale.
All’Ospedale Redemptoris Mater viene garantita la cura a tutti coloro che ne hanno bisogno. Solo a chi ne ha la possibilità viene richiesto di contribuire alle spese tramite una sorta di ticket. Le attività degli ambulatori esterni e del Pronto Soccorso sono totalmente a costo zero per i pazienti.
Sono proprio i servizi ambulatoriali che permettono di conoscere la reale situazione di povertà delle famiglie e di provvedere, quindi, all’implementazione di programmi sanitari e nutrizionali.
La Fondazione PRO.SA raccoglie e acquista, in Italia, farmaci, pasta, riso, olio e altri beni di prima necessità che vengono inviati in Armenia a mezzo container.