EMERGENZA COVID-19
Il 14 marzo 2020 anche il Governo Ruandese ha imposto il lock down, chiudendo chiese, scuole e centri per disabili, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e limitare la diffusione del virus. La chiusura totale e le varie restrizioni hanno messo in ginocchio l’intera popolazione, soprattutto quella rurale che si guadagna da vivere giornalmente, nonché le famiglie degli utenti del centro Urugwiro. Per sostenere le famiglie in quella situazione di piena emergenza, la responsabile del centro – in accordo con il comune e con il contributo di Fondazione PRO.SA – ha organizzato la distribuzione nei quartieri attorno al centro di pacchi alimentari contenenti ciascuno: 12 kg di farina di mais, 6 kg di fagioli, 2 litri di olio, 3 kg di zucchero, 3 kg di farina di sorgo, 3 kg di farina di soja, 2 kg di sale e 2 pacchi di sapone. Con un pacco ogni famiglia ha potuto mantenersi per due mesi.
Dal 18 aprile 2020, è poi divenuto obbligatorio l’utilizzo della mascherina per circolare, ma il costo troppo elevato le rendeva inaccessibili alle famiglie più indigenti che quindi non potevano recarsi al centro, dove era obbligatorio l’uso della mascherina per garantire la riapertura parziale di alcuni servizi. Grazie all’intervento di Fondazione PRO.SA è stato possibile acquistare il materiale necessario per realizzare mascherine in tessuto per gli operatori del centro e per ciascun utente, allo scopo di svolgere le varie attività in sicurezza, tutelando sé stessi e gli altri. Le mascherine sono state prodotte dagli utenti sordomuti dell’atelier di sartoria del centro. Oltre a questo, sono state acquistati guanti in lattice, mascherine chirurgiche e tre termometri infrarossi per provare la temperatura di ciascun utente al momento del suo arrivo al centro.
A fine luglio 2020, quando il numero dei contagi era contenuto e il centro si preparava per riprendere regolarmente tutte le sue attività, il governo ha imposto anche la realizzazione di lavandini, pavimentati e recintati, dotati di rubinetti a sensore, in prossimità degli ingressi agli atelier, affinché tutti gli utenti potessero igienizzarsi le mani prima di accedere a qualsiasi spazio. PRO.SA, consapevole dell’importanza che il centro e i suoi servizi costituiscono per la popolazione locale, è immediatamente intervenuta per finanziare la costruzione dei lavandini. Il governo ha supervisionato i lavori e ha autorizzato la riapertura del centro.
Un’altra sfida si è presentata con la riapertura delle scuole a novembre 2020. Il centro ha sempre sostenuto la scolarizzazione di 33 minori vulnerabili dai 5 ai 17 anni ma, con il blocco delle sue uniche attività di sostentamento, era impossibile aiutare tutti in quel periodo. Ancora una volta PRO.SA ha accettato la richiesta di aiuto della responsabile del centro, facendosi carico delle tasse scolastiche per 20 di quei bambini, affinché potessere frequentare il loro anno scolastico i serenità.
Cruciale è stato poi il supporto di PRO.SA nell’affrontare le conseguenze più severe del lock down, vedi l’inflazione, la diminuzione di introiti dalle proprie attività e di aiuti da parte delle organizzazioni estere, anch’esse vittime dei danni economici della pandemia. In quel periodo, tra il 2021 e il 2022, PRO.SA ha:
- sostenuto, per il 2021, i salari di 5 operatori del centro: uno psicologo, un fisioterapista, due educatori e un insegnante della lingua dei segni;
- finanziato l’ampliamento della mensa del centro per garantire la distanza di sicurezza tra le persone al suo interno durante i pasti, anche in questo caso, un intervento imposto dal governo ruandese sulla base delle normative anti covid vigenti;
- coperto l’assicurazione sanitaria annuale per 1.220 famiglie vulnerabili della zona per garantire loro l’accesso a cure mediche di base e il trasporto in mototaxi, per un anno, di 11 bambini da casa al centro.
- sostenuto l’assicurazione sanitaria per 500 famiglie indigenti per l’anno 2023.
In 3 anni dall’inizio della pandemia, PRO.SA ha sostenuto un totale di 9 micro-progetti a supporto del centro Urugwiro garantendo la sua riapertura anche in fase di lockdown, nonché assistenza e supporto alle famiglie più vulnerabili della zona, durante e dopo l’emergenza.