Sviluppo

L’esperienza di Fondazione PRO.SA nello Zambia è iniziata nel 2018 con l’avvio del progetto Stop The Violence, volto alla tutela dei diritti delle donne. Dopo anni di lavoro sul campo, al fianco degli operatori di ULEMU, organizzazione nostra partner, è emerso quanto la situazione dei minori di Kanyama, periferia povera e degradata della capitale zambiana, sia ancora più tragica di quella delle loro madri.
Nel 2022 gli abusi sui minori sono stati 481, quasi un terzo delle 1.726 vittime che si sono rivolte all’Unità Antiviolenza situata all’interno dell’ospedale.

I due terzi delle violenze a danno dei minori sono di natura sessuale e avvengono per lo più all’interno del nucleo familiare, per mano di uomini ma anche donne. Le vittime sono più che altro preadolescenti e adolescenti, sia femmine, a volte già incinta a 12 anni, che maschi, molto più di quanto riveli l’Unità Antiviolenza. Infatti, se per una ragazzina è estremamente difficile raccontare l’abuso agli operatori, per un maschio, cresciuto in un contesto patriarcale, la denuncia è ancora più umiliante. Non di rado le vittime presentano disabilità intellettive o lievi ritardi, che le rendono facile preda di persone senza scrupoli.

Gli abusi sui minori non sono solo figli di disagio sociale ed economico o pedofilia, ma hanno anche una forte connotazione culturale. La violenza sui minori è spesso tollerata: è significativo il fatto che la vittima venga portata in ospedale dal genitore non per la violenza subita, ma per il test HIV, per escludere una eventuale gravidanza e soprattutto perché venga “certificata” la verginità della propria figlia.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

Stop Child Abuse, finanziato grazie a fondazione PROSOLIDAR,  intende rafforzare il servizio di supporto psicologico ai minori vittime di abusi per aiutarli a superare il trauma vissuto, prevenire la reiterazione della violenza mediante l’allontanamento dell’abusante in collaborazione con la polizia, monitorare il nucleo familiare di appartenenza e, se necessario, inserire la vittima in una comunità per minori o una boarding school. Una componente importante di Stop Child Abuse è proprio l’inserimento del minore abusato in una scuola dove sia possible non solo frequentare le lezioni, ma anche risiedere. Oltre ad avere accesso all’istruzione (cosa non affatto scontata), godere di vitto e alloggio all’interno della struttura scolastica consente al minore di alimentarsi con regolarità e di vivere al sicuro, lontano dal rischio di nuovi abusi.

Grazie alle risorse messe in campo dalla fondazione PROSOLIDAR è stato possibile avvalersi di una psicoterapeuta di grande competenza, che offre ai minori assistenza psicologica. Il nostro partner locale, ULEMU, è in grado di individuare le vittime, il nucleo di appartenenza, il grado di rischio di reiterazione del reato e disporre le opportune soluzioni in collaborazione con i servizi sociali, le autorità sanitarie e le forze di polizia.

In nove mesi di attività, sono oltre 400 i minori assistiti dagli operatori di ULEMU, superando così l‘obiettivo inziale di 400 in 12 mesi.

Nel 2023, 7 ragazze sono state ammesse in una Bording School e a gennaio 2024, altri 30 minori sono stati iscritti alla medesima scuola selezionata dagli operatori del progetto. Di questi 30, 5 sono maschi vittime di violenza e 3 sono bambine sotto i 10 anni provenienti da situazioni di abuso e abbandono particolarmente gravi. Le Boarding School infatti accolgono solo minori adolescenti.

Un’importante novità nella protezione dei minori nello Zambia è l’approvazione ad agosto 2022 del Children’s Code Act, un provvedimento in linea con gli standard internazionali. Affinché i contenuti di questa legge non rimangano solo sulla carta, è necessario che vengano diffusi tra gli operatori coinvolti nei casi di abusi su minori.

Nel 2023 Ulemu ha organizzato un seminario di formazione di 3 giorni sulla nuova legislazione, rivolto a 30 membri delle forze di polizia di Kanyama e un altro workshop per 20 operatori sociosanitari è previsto per il 2024. Parallelamente continuano le attività di sensibilizzazione della comunità di Kanyama sui diritti dei minori. I social worker impegnati in questo ambito hanno già predisposto tutto il materiale necessario (poster, brochure in inglese e in lingua locale) e partecipato a trasmissioni radio per una sensibilizzazione capillare.