EMERGENZA COVID-19
Per via dell’emergenza Covid-19, anche lo sportello e le attività di Stop The Violence sono state interrotte ed era stato attivato una sorta di telefono amico per poter ascoltare e sostenere le vittime di violenza e coordinare gli interventi con l’ospedale e la polizia. Finalmente il 4 maggio, dopo circa un mese di sospensione, è stata riaperta l’Unità Anti – Violenza dentro l’ospedale di Kanyama. Fondazione PRO.SA ha sostenuto e sostiene, le spese necessarie all’acquisto dei dispositivi come i camici, le mascherine, i guanti monouso, sapone liquido e clorina per tutti gli operatori del progetto. L’ospedale, pur avendo mezzi molto limitati, si è dato da fare mettendo in atto le basilari norme di comportamento per prevenire i contagi. All’ingresso, c’è un enorme secchio d’acqua dove un addetto controlla che tutti si lavino le mani e prova la temperatura. L’ospedale, costituito principalmente da container e tendoni, è semi vuoto rispetto al solito: molti dipartimenti sono stati chiusi, il personale ridotto alla metà, e volontarie laboriose e addetti alle pulizie che, muniti di canna, girano per gli spazi a pulire e riforniscono i secchi d’acqua sparsi per l’ospedale per permettere ai pazienti di lavarsi le mani. Il reparto maternità, dove ogni giorno nascono oltre cinquanta bambini, adesso ospita solo le mamme e i loro piccoli, purtroppo ancora stipati anche tre in un letto, ma fuori non ci sono parenti o familiari ad aspettarli. Le mamme che portano i bambini da 0 ai 5 anni per i vaccini e controlli, normalmente centinaia ogni giorno, vengono indirizzate ad alcune scuole vicine che, essendo chiuse, offrono degli spazi. Il reparto dove vengono seguiti i malati di tubercolosi, nello stesso container dove lavorano gli operatori di Stop the Violence sono stati divisi in base ai giorni, rispetto al centinaio di pazienti che ogni giorno si accalcava, ce ne sono una decina per volta in attesa, all’aperto, e a distanza di sicurezza e vengono fatti entrare uno per volta. E poi ci sono gli operatori di Stop the Violence, che hanno riaperto il piccolo ufficio in un modulo di container.
Essendo i minibus rischiosi dato il loro sovraffollamento, la mancanza di finestrini e l’impossibilità di proteggersi e distanziarsi, Fondazione PRO.SA, grazie alla raccolta fondi in Facebook, ha provveduto all’acquisto di un’Unità Mobile per il trasporto quotidiano degli utenti e degli operatori in turno allo sportello, consentendo il regolare svolgimento delle attività previste dal progetto.