Sostegno a distanza

Negli ultimi 20 anni, l’India ha fatto enormi progressi in termini di alfabetizzazione e le istituzioni nazionali considerano il sistema di istruzione come uno dei principali fattori che ha contribuito alla rapida crescita economica. Nonostante gli sforzi pubblici e gli investimenti crescenti, molte persone, soprattutto nelle classi più povere, sono ancora analfabete o non hanno accesso a un’istruzione di buona qualità. Uno dei problemi ancora irrisolti in India è, inoltre, quello dell’accesso all’istruzione femminile. Anche se l’economia indiana è cresciuta costantemente nel corso degli ultimi due decenni, la sua crescita è stata irregolare e diseguale fra i diversi gruppi sociali, gruppi economici, regioni geografiche, e tra zone rurali e zone urbane. Le condizioni precarie delle persone che vivono sotto la soglia di povertà sono intimamente legate al loro stato di salute e all’insalubrità dei luoghi dove vivono. I bambini sono tra i più vulnerabili e maggiormente esposti al rischio di morte e di malattie, che sarebbero curabili con farmaci di base.

Tra i bambini orfani l’assenteismo a scuola è molto frequente. Il vagabondaggio, spesso non derivante da una libera scelta ma dovuto alle circostanze, li espone ulteriormente e li rende maggiormente vulnerabili al lavoro minorile. Le scuole assumono un ruolo vitale nel proteggere i bambini perché accrescono la sicurezza nei giovani e forniscono le conoscenze necessarie per imparare ad agire in autonomia. L’obiettivo principale della Diocesi di Vijayawada, situata nello stato dell’ Andhra Pradesh, è quello di accompagnare i bambini nel loro percorso di crescita provvedendo alla scolarizzazione primaria (elementari e medie) e garantendo cibo nutriente e adeguato così da prevenire l’abbandono scolastico.

La Diocesi risponde all’esigenza educativa di bambini dai 3 ai 14 anni con scuole proprie e ostelli residenziali. Tutti provengono da famiglie povere delle zone rurali. La maggior parte dei genitori sono conduttori di biciclette, lavapiatti, domestiche e minatori. Tutti con salari così bassi che non potrebbero provvedere all’educazione scolastica dei figli.