Questa giornata è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999.

Fondazione Pro.Sa da tempo, attraverso i suoi progetti, lotta contro la violenza di genere. In particolare sostenendo il progetto Stop The Violence in Zambia.

Oggi vogliamo celebrare questa giornata proprio con un racconto di Elena, che lavora quotidianamente per aiutare donne e bambine vittime di violenza.

“Lo scorso agosto Agness (*nome di fantasia), una adolescente di 13 anni, è arrivata in ospedale per fare un test di gravidanza.L’infermiera, vedendo la giovane età della ragazza e capendo che non abitava nella zona, l’ha subito indirizzata al One Stop Centre dove abbiamo conosciuto la sua storia.

Agness è scappata a Lusaka dopo essere stata data in sposa ad un uomo violento. Rimasta orfana è stata presa in carico dalla nonna materna, la strega del villaggio. Dopo qualche tempo la zia l’ha presa con sé ma non si è mai occupata di lei, anzi, le affidava i compiti più gravosi della casa e spesso era vittima di punizioni corporali.

A marzo la zia le ha detto che avrebbe dovuto trovarsi un posto dove stare perchè non si sarebbe più potuta occupare di lei; così la ragazzina è andata a cercare lavoro nel vicinato ed ha incontrato un muratore di 40 anni che aveva bisogno di qualcuno che si occupasse delle faccende domestiche. Dopo qualche giorno di lavoro, senza ricevere alcun compenso ma in cambio di cibo e una stuoia per dormire, l’uomo l’ha assalita e violentata, dicendo che lei non sarebbe potuta rimanere gratuitamente.

Dopo un paio di settimane, una delle cugine di Agness si è recata a casa di quest’uomo dicendogli che non poteva avere una moglie senza averla pagata. A tal punto l’uomo è andato dalla zia e le ha pagato 200 kwacha per legittimare la relazione, decretando così la continuazione delle violenze nei confronti di Agness. A luglio, dopo una nottata particolarmente violenta, è riuscita a scappare e si è rifugiata in una chiesa cristiana dove il pastore ha ascoltato la sua storia e le ha comprato un biglietto del bus per raggiungere il fratello a Lusaka. Purtroppo, però, non poteva rimanere a casa del  fratello, un giovane uomo con disabilità fisica e intellettiva che vive da solo in una baracca, sopravvivendo grazie a piccoli lavoretti alla giornata che non bastano nemmeno per lui. Inoltre, vedendo una giovane ragazza che viveva col fratello maggiore senza che fosse sposato, il vicinato iniziava a mormorare e gridare allo scandalo, assalendo verbalmente la ragazzina.

Vista la gravità della situazione e la conferma della gravidanza, con l’autorizzazione del fratello, Agness è stata accolta presso il centro che ospita ragazze vittime di violenza. Presso la struttura ha potuto riprendersi dalle violenze subite e le hanno proposto di progettare una piccola attività per far sì che possa sostenersi autonomamente. Nel frattempo abbiamo rintracciato la nonna che vive a Lusaka e si è resa disponibile ad accoglierla.

Noi continuiamo ad incontrarla in ospedale quando viene a fare le visite e proprio la settimana scorsa abbiamo scoperto che aspetta una bambina ed è molto felice!”